Cose che sto imparando #10: Le questioni della cosmesi naturale

Quando si parla di cosmesi interamente naturale, si entra  in un terreno un po' "minato", nel senso che gli scenari di discussione e la consapevolezza necessaria per poter argomentare certe questioni richiede un certo studio, approfondimento e conoscenza.
Questo, per ora, è quello che ho imparato io, dopo anni in cui utilizzo prodotti interamente naturali e ho una certa curiosità e passione nello studiare questo settore.



Quanto sto per scrivere non è per mettermi in cattedra, ma perché, agli inizi, io stessa ero caduta in quelle ingenuità di chi è ignorante nel senso buono del termine.
Capita a tutti, poi pian, piano si impara.
Probabilmente quanto sto per scrivere adesso avrà delle mancanze e magari lettrici più esperte storceranno il naso, ma sarò felice di chi nei commenti vorrà aggiungere elementi utili di
approfondimento. Non si finisce mai di imparare, no?

Sapete il modo di dire "non è tutto oro quello che luccica"? Ecco, trasponendo il concetto nel campo della cosmesi biologica si aprono almeno due scenari:
1) non è detto che un cosmetico con la scritta "bio" sia necessariamente di qualità, ma c'è tutto un rapporto fra INCI (cioè la lista degli ingredienti), formulazione (quantità dei singoli ingredienti e come sono combinati fra loro), qualità e origine delle materie prime.
2) non è detto che tutto quello che è naturale faccia bene o comunque faccia al caso vostro.

E' tutta una questione di equilibro fra diversi fattori, ognuno dei quali ha una certa importanza, ma nessuno è sufficiente in sé.

LA CERTIFICAZIONE è un indicatore per un consumatore alle prime armi, ma non è tutto, bisogna sempre tenere presente:
a) Quale sia l'ente certificatore (Icea, BDHI etc.) perché ognuno ha i suoi criteri e le sue regole.
b) Il tipo (e livello) di certificazione. Ad esempio in molte recensioni diverse blogger scrivono "è certificato Icea" che vuol dire tutto e niente (in questa ingenuità c'ero caduta anche io secoli fa!): significa solamente che l'azienda ha pagato un ente certificatore (in questo caso Icea) che ha assegnato una certificazione, ma non dice niente sul tipo di certificazione. Questa, invece, può andare da un livello più basso come Cosmos Organic a quello più alto Ecobio (quindi leggete sempre la dicitura che Icea assegna al prodotto, i livelli sono Cosmos Natural, Cosmos Organic, Ecobio).
Di enti certificatori ce ne sono diversi (Icea, AIAB, Ecocert etc.) e ognuno ha i propri criteri, più o meno restrittivi (si parla di "disciplinare"), quindi, ad esempio, a livello europeo, un ente come BDHI è più "severo" di un ente come Natrue. In realtà, uno dei problemi è proprio che non c'è una normativa unica a livello europeo o internazionale...perché le leggi cambiano da Stato a Stato.
c) Le certificazioni hanno un costo. Se l'azienda formula i prodotti con materie prime biologiche, ne conosce la provenienza etc., probabilmente anche un prodotto di cosmesi artigianale è valido e assolutamente interamente naturale, anche se magari quell'azienda non ha ancora investito a livello imprenditoriale nelle procedure economicamente onerose delle certificazioni (un po' come un contadino che coltiva in modo biologico, ma non ha ancora pagato un ente che lo attesti): non dico che sia un proforma, ma solamente un riconoscimento di qualcosa di già dato. Ci sono, invece, aziende che per ottenere la certificazione sui loro prodotti, devono proprio cambiare gli INCI o i fornitori delle loro materie prime per averle tutte biologiche, secondo i criteri dell'ente certificatore. La certificazione non è automaticamente garanzia di qualità del prodotto o della formulazione, ma solamente garanzia che alcuni criteri sono stati rispettati e sicuramente una rassicurazione in più per il consumatore.

L'INCI: è praticamente la lista degli ingredienti contenuti in un cosmetico e posizionati in un elenco che va da quello in maggiore quantità a quello in minore quantità ((ad esempio, se ai primi posti c'è AQUA, GLYCERIN etc. vuol dire che l'acqua è l'ingrediente di base del cosmetico, quello che c'è in maggiore quantità; tutti gli altri a seguire). L'INCI è sicuramente un primo fattore molto importante e indicativo rispetto alla "naturalità", ma non basta neanche lui a valutare la qualità di un prodotto in sé.
In primis perché, pur essendoci un ottimo strumento per orientarsi che è il biodizionario (è nato da poco il Nuovo Biodizionario), è semplicistico affidarsi ad un "semaforo" senza andare oltre e capire i criteri per i quali ad un determinato ingrediente è stato assegnato un pallino giallo, rosso o verde.
Ad esempio, alcuni ingredienti vengono "incriminati" come gialli perché, nella maggior parte dei prodotti, sono di sintesi, ma magari, in alcuni prodotti, ne esistono anche di possibile derivazione vegetale: quindi bisogna saper distinguere e conoscere quali sono stati usati da quella o quell'altra azienda.  Altri ingredienti magari non sono nocivi per l'uomo ma per l'ambiente e gli animali acquatici, quindi c'è da fare una valutazione soggettiva rispetto a quanto si voglia essere "bio" o "ecobio" nelle proprie scelte cosmetiche.
(Aggiungo una piccola annotazione: dire "VEGAN" non c'entra con l'interamente naturale in sé, ma dichiara semplicemente che quel prodotto ha ingredienti compatibili con lo stile di vita e le scelte etiche delle persone vegane, cioè non ha ingredienti di derivazione animale, tutto qui).
Do ovviamente per scontato che chi sta leggendo questo post abbia superato da tempo l'approccio  ingenuo di chi pensa che basti una dicitura ingannevole "con olio di argan bio" ad assicurarsi un buon prodotto che magari, a leggere l'INCI, a parte quella piccola quantità di argan, contiene tutti  ingredienti assolutamente di sintesi, se non addirittura dannosi. Per lo stesso principio, ammesso che il prodotto in questione sia, invece, interamente naturale e con ingredienti tutti assolutamente di rispetto, avrà un costo e un pregio maggiore o minore a seconda del posizionamento di quell'ingrediente all'interno del INCI: se contiene olio di argan ai primi posti dell'INCI (maggiore quantità) o agli ultimi (piccolissima quantità). Bisogna poi vedere anche che tipo di olio di argan sia, la provenienza etc., ma di questo parlo più avanti.

LA FORMULAZIONE:  la lista degli ingredienti, per quanto sia in ordine di quantitativo, non dice le esatte quantità o come si è scelto di bilanciare gli ingredienti fra loro. Un esempio calzante è stato quello che ci è stato fatto nella giornata informativa organizzata da HPS Milano: avete presente la ricetta di una torta? farina, uova, burro? Ecco l'INCI è un po' così. Come verrà fuori la torta, dipenderà sia dal quantitativo esatto dei singoli ingredienti (ma anche alla qualità delle materie prime) sia dalle proporzioni fra di loro.
In realtà, se l'INCI è obbligo di legge mostrarlo, sulla formulazione ci sono perfino segreti industriali :-P Un po' come nell'arte culinara: pur rivelando la ricetta e gli ingredienti contenuti in essa, il segreto della sua bontà la conosce solamente lo chef. Sto forse banalizzando, ma è per dare un'idea di quelle questioni che ho capito anche io pian piano,  studiando e approfondendo certi argomenti. La formulazione è quella stessa cosa per cui, magari confrontandosi con l'azienda o con consumatrici con alte competenze nel leggere un INCI, non è detto che una crema con "olio di mandorle" sia comedogena o una con "alcool" sia irritante, dipende sempre come un ingrediente è bilanciato magari da altri, visto che non è certamente utilizzato puro. Tutto può dipendere perfino dal tipo di lavorazione che ha subito quell'estratto (motivo per il quale, alle volte, anche gli ingredienti interamente naturali poi di naturale hanno ben poco, perché "impoveriti" da processi comunque industriali). Per capire di più di INCI ma soprattutto di formulazione credo che sia fondamentale informarsi sui forum storici: Sai cosa ti spalmi L'angolo di Lola.

LA QUALITà delle materie prime: ecco questa è una questione fondamentale. Sempre per gli stessi discorsi di cui sopra, un cosmetico che ha al primo posto dell'INCI semplicemente "AQUA" rispetto ad uno che contiene anche degli idrolati da piante, ovviamente è meno pregiato; così come un cosmetico che anziché derivati dalla soia importato dalla Cina, ha olio di olio di oliva spremuto a freddo è di maggiore qualità. Per sdrammatizzare e capire meglio: un estratto da una pianta rara della Nuova Papuasia o un'acqua di sorgente delle montagne sconosciute nella Norvegia in un'area incontaminata in cui si fa agricoltura biodinamica sarà certamente più pregiato (e costerà di più..) di uno in cui c'è solamente acqua distillata al primo posto dell'INCI o il tanto diffuso aloe che si trova nella maggior parte dei cosmetici naturali della grande distribuzione e che della pianta d'aloe ha oramai ben poco. Alle volte le persone comprano e usano olio di cocco preso al negozio di cibi etnici pensando che sia una grande "furbata" rispetto ad acquistarne uno prodotto da una ditta cosmetica. Ammesso che sicuramente ci sono ditte cosmetiche che magari si fanno pagare tanto prodotti che, in realtà, sono di bassa qualità,  resta il fatto che c'è olio essenziale e olio essenziale, c'è idrolato e idrolato, c'è burro di karité e burro di karité. Non è necessariamente detto che alto prezzo significhi alta qualità, ma neanche che pagare poco voglia dire acquistare la medesima qualità a basso costo. E' un discorso complesso, un po' come quello che riguarda il settore alimentare, ma non aprirei l'argomento...

LA RICERCA:  In un cosmetico spesso c'è anche la ricerca che c'è dietro alla formulazione di un prodotto. I laboratori che producono cosmesi interamente naturale in Italia non sono tantissimi, quindi, alla fine, dietro marchi diversi, c'è uno stesso laboratorio. Questo fatto non è qualcosa di negativo in sé; certamente, però, fa sì che spesso certi prodotti, anche di diversi marchi ecobio, siano un po' tutti simili. Un'azienda che fa ricerca, che trova formulazioni innovative o più performanti, ovviamente proporrà prodotti con costi tendenzialmente maggiori rispetto a quelli dozzinali (anche se, anche questa, non è una regola assoluta). Ciò non vuol dire che certi prodotti siano migliori in sé rispetto magari ad una crema di un laboratorio artigianale, ma bisogna pur tenere presente che bisogna superare l'approccio naif  di chi crede che le ditte di cosmesi interamente naturale siano "ruba soldi" semplicemente perché è più furbo farsi un piaciugo casalingo con quello che c'è nella dispensa o in frigorifero. Fermo restando che anche nella cosmesi "ecobio", o "bio" che dir si voglia, c'è molta "fuffa" e spesso più marketing che "sostanza",  secondo me, è importante conoscere bene cosa c'è dietro ad un'azienda, oltre che dietro ad un prodotto, per poi fare le proprie valutazioni e scelte.
Credo sia sbagliato sia l'approccio di  chi pensa  che, in fondo, un prodotto della grande distribuzione non valga tanto meno di uno di cosmesi ecobio di lusso, sia l'atteggiamento di chi disdegna una buona cosmesi artigianale interamente naturale rispetto a prodotti ecobio di lusso, magari meno validi ma più blasonati. E' un discorso delicato che apre lo scenario del business e quindi poi anche dell'etica. Come ho detto all'inizio di questo post, le valutazioni da fare sono tante, una resta: il rapporto qualità-prezzo dipende da tanti fattori, tutti importanti e tutti da tenere presente.

NON TUTTO QUELLO CHE è NATURALE FA BENE: non è detto che un prodotto, siccome è interamente naturale, sia automaticamente un prodotto "giusto" per tutti, anzi è un sillogismo che non funziona affatto: bisogna sempre tenere presente che, anche in questo tipo di cosmesi, occorre trovare i prodotti "giusti per sé".
Lo ripeterò fino allo sfinimento. Lo stato della pelle è sempre specchio di come sta l'organismo dentro: che siano gli ormoni, che sia l'intestino, che siano allergie alimentari....bisogna sempre andare alla causa del problema di cui la pelle vi sta dando segnale, anziché pensare che una crema risolva tutto (e poi, a dire il vero, non conta una crema in sé ma un'intera skincare). Esiste poi la soggettività della risposta personale ad un prodotto e anche l'aspettativa che si ha rispetto ad esso.
In ogni caso, è importante capire che "interamente naturale" non vuol dire che non abbia effetti collaterali (credo di averlo scritto anche in altri post sul blog), che sia la panacea dei vostri problemi, che faccia miracoli in poco tempo. Le piante sono molto potenti quindi, in casi specifici, i prodotti interamente naturali possono addirittura dare luogo a reazioni della pelle.
Se siete dei soggetti allergici o con sensibilità a determinati componenti dovete fare attenzione sempre e comunque! Se avete un sintomo di reattività, sospendete i prodotti che state usando e accertatevi che non siate sensibili a certi ingredienti.
Alle volte c'è molta ingenuità: così come non si pensa che un'allergia stagionale o ai pollini possa correlarsi anche a dei cibi che, invece, possono benissimo dare luogo ad una reazione crociata, così non si fa attenzione a verificare che quella determinata sostanza o pianta alla quale si è allergici sia presente nel cosmetico interamente naturale che si sta usando.
Caso a parte è la questione nichel. Non è detto, infatti, che,  se siete allergiche al nichel, un prodotto che contenga "pomodoro" (alimento che è tendenzialmente bandito dalla dieta di una persona allergica al nichel) sia per voi dannoso. Bisogna vedere il tipo di lavorazione...anzi esistono prodotti che pur avendo quell'ingrediente,  hanno la certificazione "nichel tested" cioè una quantità di nichel inferiori allo 0,0001% (lo spiega bene Puravida bio). La questione del nichel è però controversa e merita un discorso a parte, anzi se, intanto, volete approfondire ne ho scritto uno sproloquio circa le mie conoscenze e la mia posizione attuale, essendo io allergica.
Tornando, invece, a chi non ha allergie specifiche, ma solamente una pelle sensibile, se ha problemi con generici "parfum" di sintesi, potrebbe averne anche se la profumazione è di origine naturale, tanto più se realizzata con oli essenziali (ad esempio, in gravidanza gli oli essenziali sono sconsigliati).
C'è chi può avere reazioni per un comunissimo aloe contenuto in tantissimi prodotti interamente naturali. I tensioattivi, per quanto di origine vegetale, o l'alcool presente in molta cosmesi naturale possono non andare d'accordo con una pelle delicata, idem per certi conservanti.
Di altri esempi se ne potrebbero fare molti.
Usare cosmesi interamente naturale  porta necessariamente ad un grado di consapevolezza maggiore di se stesse, del proprio corpo, della propria pelle e di ciò che ci si mette sopra.
Occorre farne un buon utilizzo, senza allarmismi, ma neanche troppa incoscienza.
Infine, parliamo di "scadenze". Prodotti di cosmesi interamente naturale e soprattutto makeup interamente naturale , sia di per sé, proprio perché contengono ingredienti più deperibili di altri e non contengono conservanti di sintesi, sia in base a come vengono conservati (sbalzi termici, contaminazioni batteriche, polvere etc.), tendono ad andare a male più facilmente e soprattutto più rapidamente rispetto a cosmetici o trucchi tradizionali. Questo vuol dire che non solo si dovrà prestare più attenzione a date di scadenze, se presenti, e al PAO (che indica, praticamente il " da consumarsi preferibilmente entro tot mesi dall'apertura della confezione", dopo i quali presumibilmente potrebbe andare a male), ma anche a conservare questi prodotti in un certo modo e ad imparare, anche al di là dell'indicazione del PAO, quando un cambio di consistenza o di odore suggerisce, di considerarlo oramai scaduto o, al contrario, ancora utilizzabile.
Questo vuol dire che diventa difficile avere atteggiamenti da acquisto compulsivo o per lo meno da utilizzo di troppi prodotti in contemporanea, a meno che si abbiano soldi da buttare in rossetti andati a male o creme oramai irrancidite (ricordatevi che fanno male alla salute!).
Quindi, usare cosmesi interamente naturale non è così facile, ci vuole consapevolezza o comunque almeno un po' di attenzione in più.



4 commenti

  1. Salve ciao Silvie,allergica anch'io al nichel e devo ammettere che molte profumazioni nei cosmetici soprattutto bio mi irritano moltissimo dovendo così smetterne l'uso,quindi ho apprezzato e condivido quanto da te scritto e magistralmente spiegato,come sempre del resto :) quindi Grazie Stefania

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    1. Troppo buona con me, Stefania, come sempre! grazie per la tua stima <3 Non sapevo che anche tu fossi allergica! Devi curare anche la dieta allora, come me...:-(

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  2. grazie mille per questa guida, veramente utile per chi si sta affacciando a questo mondo!!

    https://stefaniainwondeland.blogspot.it/

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